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lunedì 4 maggio 2015

La moneta (3/3) - il corso forzoso

Terza ed ultima puntata dedicata alla storia della moneta. Qui la seconda parte.


Abbiamo visto come, a partire da sistemi commerciali basati sulla moneta-merce, siano nati spontaneamente sistemi di banche libere - in cui ciascuna banca emette banconote convertibili in metallo prezioso. Oggi però non esistono più sistemi di free banking, poiché ogni Stato ha monopolizzato l'emissione di moneta (sotto forma metallica, cartacea ed elettronica) affidandola a un ente di sua creazione: la Banca Centrale. Questo importante cambiamento non è risultato da processi di mercato, ma da logiche politiche. Perciò è necessario fare una breve digressione su quest'ultime. 

Le risorse di un paese sono limitate (come già spiegato nelle basi di economia) e ogni Governo ne vuole impiegare una parte per realizzare determinati fini politici: guerre, sussidi, infrastrutture, etc. Per fare ciò, ricorre al prelievo forzoso delle risorse che desidera. Infatti, in un sistema monetario, il Governo ricorre spesso al prelievo fiscale (o tassazione) per ottenere la moneta necessaria a comprare tali risorse.
Per ovvie ragioni [1] ogni Governo vuole massimizzare la quantità di denaro prelevata dai cittadini. D'altra parte, ogni Governo è consapevole che aumentare le tasse è una misura estremamente impopolare e talora controproducente [2]. Quindi il desiderio di aumentare la spesa pubblica è limitato dall'opposizione popolare verso incrementi del prelievo fiscale. Uno strumento per aggirare tale limite è il debito pubblico: il Governo ottiene denaro da chi è disposto a prestarglierlo. Ma anche questa misura ha dei limiti [3], poiché un Governo molto indebitato (o che si indebita a un ritmo molto elevato) può spaventare i creditori ed avere difficoltà a ricevere ulteriori prestiti. Perciò, nel corso dei secoli, i Governi hanno escogitato altri modi per finanziare i loro progetti di spesa.

Al tempo della moneta-merce, uno di questi metodi era dato dalla svalutazione. Dopo aver monopolizzato il conio delle monete d'oro, il Governo diminuiva la quantità di oro contenuta in ogni nuova moneta coniata; ciò gli consentiva, a parità di oro disponibile, di coniare e spendere più monete. Per esempio, gli imperatori romani svalutarono spesso le monete d'oro (aurei) e d'argento (denari). L'ovvia conseguenza [4] fu un notevole aumento dei prezzi (inflazione). L'inflazione così generata era (ed è) una forma "nascosta" di tassazione, di cui la maggior parte delle persone ignorava (e ignora) le cause [5].
In seguito alla nascita della moneta bancaria, un altro modo per aggirare i limiti della tassazione ordinaria fu la creazione di una banca dotata di particolari privilegi: la Banca Centrale (BC). Quest'ultima concedeva prestiti a tassi agevolati al Governo, così da finanziare maggiori spese pubbliche senza dover ricorrere a maggiori tasse. Ovviamente anche questa misura comportava inflazione.


Per esempio [6], nel 1694 Re Guglielmo III d'Inghilterra istituì la Bank of England (BoE) per finanziare le spese belliche contro la Francia durante la Guerra della Grande Alleanza. La BoE prestò subito 1.2 milioni di sterline al Governo e, in cambio, fu autorizzata ad emettere altrettante banconote. Nel giro di due anni la BC inglese finì sull'orlo della bancarotta, ma fu salvata dal Governo - che nel 1696 sospese la convertibilità in oro delle sue banconote. Nel 1697, in cambio del prestito di 1 milione di sterline, il Governo inglese proibì l'apertura di nuove banche private per proteggere la BoE dalla concorrenza. Nel 1708, in cambio del prestito di 2.5 milioni di sterline, fu proibita l'emissione di banconote da parte di banche private con capitale azionario. E così via.

Solitamente una BC non era in grado di competere con le banche ordinarie [7], perciò il Governo le garantiva dei privilegi. In cambio otteneva prestiti a tassi agevolati, concessi tramite l'emissione di nuove banconote. Ciò generava inflazione, quindi i cittadini chiedevano la conversione in oro delle banconote della BC. Per evitarne il fallimento, il Governo le concedeva nuovi privilegi (come la sospensione della convertibilità aurea). E così via.
La prevedibile conclusione della spirale privilegi/prestiti fu la concessione del monopolio di emissione di moneta alla BC e l'abolizione della convertibilità aurea. Il primo processo ebbe luogo tipicamente tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900, mentre il secondo si prolungò fino al secondo dopoguerra. Le banconote smisero di essere una forma di moneta fiduciaria, convertibile in metallo prezioso ed emessa da banche private; diventarono invece una forma inconvertibile di moneta a corso legale, detta base monetaria. Ogni cittadino fu obbligato per legge ad accettare la base monetaria (comprensiva di moneta metallica, cartacea o elettronica [8] emessa dalla BC) come strumento di pagamento, mentre l'uso monetario dell'oro e l'emissione di banconote private furono proibiti [9]. Questo, essenzialmente, è il sistema monetario tutt'ora vigente.

Weierstrass

[1] I Governi sono composti da politici, cioè da esseri umani. Ogni essere umano persegue i propri interessi, agendo nella maniera che ritiene più opportuna per sé. Tendenzialmente, l'interesse dei politici è quello di massimizzare i propri poteri - cosa che spesso comporta l'aumento della spesa pubblica (si veda questo mio articolo in proposito).

[2] I cittadini possono rifiutarsi - apertamente o celatamente - di pagare le tasse. Inoltre le tasse scoraggiano le attività produttive, ovvero diminuiscono l'imponibile soggetto al fisco. Non sempre aumentare le tasse comporta un aumento delle entrate fiscali, insomma.


[3] Per esempio, Carlo II Stuart finanziò le spese del suo Regno ricorrendo largamente ai prestiti dei banchieri londinesi. Nel 1672 fu però costretto a sospendere il pagamento dei debiti e, visto il danno alla propria reputazione, la Corona perse la possibilità di ottenere nuovi prestiti. Fu questa situazione a porre le basi per l'istituzione della Bank of England. 

In tempi più recenti (2009-2011), i Governi greco e italiano - gravati da un elevato debito pubblico, da un elevato deficit di bilancio e da scarsa credibilità politica - hanno incontrato difficoltà crescenti a farsi prestare denaro da rispamiatori privati.

[4] Come abbiamo visto nelle basi di economia, non esistono pasti gratis. Se il Governo consuma più risorse per i suoi fini, i cittadini ne possono consumare meno. Questo è particolarmente evidente nel caso delle tasse, ma è un principio valido in ogni caso - anche in quello della svalutazione monetaria. Infatti, quando il Governo svaluta la moneta-merce, il prezzo dei beni diventa più elevato di quello che sarebbe stato altrimenti. La maggiore capacità di acquisto del Governo comporta quindi una minore capacità d'acquisto dei cittadini. 


[5] Un bene può costare il 5% in più a seguito di una nuova tassa o a seguito dell'inflazione monetaria, ma l'effetto finale per il cittadino è il medesimo: può comprare solo una minore quantità di quel bene. Anche l'inflazione monetaria è una tassa, poiché trasferisce forzatamente risorse dai cittadini al Governo. 


[6] Per chi vuole approfondire l'argomento, è consigliata la lettura dei capitoli secondo e terzo di The Theory of Free Banking: Money Supply under Competitive Note Issue di George Selgin.

[7] Questo era un risultato piuttosto scontato, poiché la BC agiva in base a logiche politiche anziché economiche. I prestiti concessi al Governo non erano buoni investimenti, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di una BC per finanziarli. Dal punto di vista della Banca, tali prestiti erano funzionali ad ottenere privilegi e salvataggi statali all'occorrenza. Di conseguenza, la BC non aveva alcun incentivo a gestire bene la propria attività bancaria. 


[8] Ogni banca ha un conto presso la BC, dove mantiene un certo quantitativo di riserve in forma elettronica. Quando avviene una compensazione tra banche, queste riserve vengono spostate da un conto all'altro. Le riserve sono costituite dalla moneta elettronica emessa dalla BC, sono moneta legale e non circolano al di fuori dei conti delle banche. Perciò non vanno confuse con la moneta elettronica emessa dalle banche ordinarie, la quale è una forma di moneta bancaria (e quindi fiduciaria).


[9] Le banche continuano ad emettere altre forme di moneta bancaria: assegni, bonifici, moneta elettronica, etc. Chi apre un deposito bancario cede il proprio denaro in cambio di questi strumenti, diventando quindi creditore verso la banca che li emette. 


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