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domenica 2 novembre 2014

Basi di economia (4/6) - prezzi e profitti, domanda e offerta

Quarta puntata sui principi fondamentali di economia. Qui si trova la terza parte. 



Parlando di scambi volontari e di concorrenza, abbiamo introdotto il concetto di "prezzo". Infatti abbiamo visto che le aziende sono incentivate a migliorare il rapporto qualità/prezzo dei loro prodotti - ovvero ad offrire una qualità migliore, a un prezzo più basso. Dunque oggi parleremo un po' di prezzi.

Il prezzo di un bene è (ovviamente!) stabilito da chi lo vende. Ma, in un sistema di scambi volontari (libero mercato), il prezzo deve soddisfare - oltre al venditore - anche il compratore. Se il prezzo non soddisfa chi vuole comprare, quest'ultimo non compra. Se il prezzo non soddisfa chi vuole vendere, quest'ultimo non vende. Dunque il prezzo di un bene è quello che accorda venditori e compratori, ovvero la sua offerta e la sua domanda.
E' abbastanza intuitivo che un aumento del prezzo di un bene ne diminuisca la domanda. Se il prezzo di 1 kg di pane passasse da 3 € a 300 €, molte persone smetterebbero di comprare pane e si rivolgerebbero ad altri prodotti [1]. Viceversa, una diminuzione del prezzo aumenta la domanda.
D'altra parte, a parità di tutti gli altri fattori, una diminuzione del prezzo di un bene diminuisce la sua produzione: poiché i guadagni diminuiscono, ci sono meno aziende disposte a produrre quel bene (anziché produrre beni più remunerativi). Viceversa, un aumento del prezzo aumenta l'offerta.
Questi concetti vengono riassunti nella legge della domanda e dell'offerta [2]. Poiché il prezzo scelto dai venditori ha lo scopo di massimizzarne i guadagni, cioè di vendere al maggior prezzo possibile il maggior numero possibile di prodotti, non deve essere troppo alto o troppo basso. Esiste un prezzo ottimale, a cui gli imprenditori cercano di avvicinarsi (per poter guadagnare di più).

Nel fare il loro interesse (massimizzare i propri guadagni e, di conseguenza, i propri profitti) le aziende fanno anche l'interesse altrui. Infatti, così come i prezzi modificano la domanda e l'offerta, quest'ultime modificano i primi. Un aumento di domanda e/o una diminuzione dell'offerta aumentano il prezzo di un bene [3]. Viceversa, una diminuzione della domanda e/o un'aumento dell'offerta diminuiscono il suo prezzo. Questi movimenti dei prezzi sono sempre motivati dall'obiettivo di massimizzare i guadagni dei venditori.
Ecco dunque che i prezzi trasmettono informazioni: osservando l'andamento di un prezzo, si osservano i cambiamenti nel rapporto tra la sua domanda e la sua offerta. L'andamento del prezzo di un bene descrive quanto è scarso (o abbondante) quest'ultimo, cioè fornisce un'importante informazione a chi deve far uso di quel bene.
Il ferro può diventare più scarso a causa del crollo di una miniera o di una maggiore richiesta industriale, ma un'azienda metallurgica non ha bisogno di sapere questi dettagli: le basta osservare il prezzo del ferro. Una volta acquisita questa informazione, l'azienda è in grado di fare adeguate scelte imprenditoriali. Il ferro verrà destinato solo agli usi più importanti, mentre verrà sostituito laddove è meno indispensabile. Questo perché l'aumentato costo del ferro (dovuto alla sua maggiore scarsità) spingerà gli imprenditori a usarlo in maniera più oculata, al solito fine di minimizzare le spese e massimizzare i guadagni.

Quindi i prezzi (e, di riflesso, i profitti) indicano l'utilità dei beni e dei servizi. Quanto più un bene è scarso, cioè quanto più è domandato (utile), tanto più alto è il suo prezzo e tanto più alti sono i profitti ottenibili da chi lo produce. Maggiori profitti incentivano una maggiore produzione, quindi tendono a risolvere il problema stesso (la scarsità del bene). Viceversa, un eccesso di offerta deprime i prezzi e i profitti - spingendo gli imprenditori a cambiare tipo di produzione e risolvendo il problema stesso (l'eccesso di offerta).
In conclusione: il sistema dei prezzi e dei profitti consente automaticamente una produzione efficiente dei beni e dei servizi. Tale sistema guida le aziende nelle loro decisioni, punendo gli errori e premiando le intuizioni giuste. E' un meccanismo basato su correzioni continue, al fine di aggiustare i prezzi e la produzione in base alle esigenze dei consumatori. E' un classico esempio di "ordine spontaneo". 

Weierstrass

Qui la quinta parte. 

[1] Non a caso, quando un Governo vuole diminuire l'acquisto di sigarette, aumenta le tasse su di esse - cioè ne aumenta il prezzo, al fine di diminuirne la domanda. Stesso discorso per alcolici, cibi grassi, etc. Anche il politico medio, quando vuole, capisce le basi di economia.

[2] Voglio sottolineare che questa "legge" è una semplice constatazione di come funziona la realtà. E' logico che, a parità di tutte le altre condizioni, l'incentivo a comprare diminuisca all'aumentare del prezzo. Viceversa, una diminuzione del prezzo aumenta l'incentivo a comprare - vedi gli sconti e i saldi praticati dai negozianti.

[3] Facciamo un esempio. Se il maltempo danneggia la produzione di olio, diminuisce l'offerta di olio. E'  perciò inevitabile che se ne dovrà consumare di meno. Per allineare la domanda di olio alla sua offerta, è necessario alzarne il prezzo: ciò riduce la domanda a un livello consono rispetto alla (ridotta) offerta. Al contrario, se il prezzo rimanesse uguale, ci sarebbe un eccesso di domanda - che non potrebbe essere soddisfatto, visto che l'offerta è stata ridotta dal maltempo. 

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