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martedì 4 aprile 2017

Armi da fuoco e violenza - il mito (2/2)

Seconda ed ultima parte sul tema delle armi da fuoco. Qui la prima parte. 


Dopo aver criticato il proibizionismo sulle armi da fuoco per via logica, oggi vogliamo farlo tramite dati empirici. Prima di iniziare, spieghiamo quali dati vanno osservati: numero di armi da fuoco pro-capite [1] e numero totale di omicidi in proporzione alla popolazione. E' importante capire perché si debba guardare al numero totale di omicidi, e non (come erroneamente fanno i proibizionisti) al numero di morti da armi da fuoco, o al numero di omicidi commessi con armi da fuoco. Anzitutto, tra le morti causate da armi da fuoco vengono conteggiati anche i suicidi - che non dicono nulla sull'eventuale relazione tra numero di armi e violenza.
Inoltre, come abbiamo spiegato nella prima parte, il proibizionismo può semplicemente spingere i violenti ad impiegare metodi letali diversi da pistole e fucili [2]. E magari può causare più morti di quanti ce ne sarebbero stati se i cittadini onesti avessero potuto difendersi con armi da fuoco. Esempio: due paesi hanno uguale numero di abitanti; ogni anno uno ha 0 morti da armi da fuoco e 1000 da coltelli, mentre l'altro paese ne ha (rispettivamente) 200 e 100. Dove è preferibile vivere? Quale dei due paesi è più sicuro? Se si guardasse solo agli omicidi con armi da fuoco, dovremmo scegliere il paese più violento! Quindi, per fare un confronto razionale, bisogna considerare il numero totale di omicidi in proporzione alla popolazione (tasso di omicidi).

Iniziamo allora col guardare lo scenario internazionale. La Figura 1, a sinistra, mostra il confronto tra il tasso di omicidi (asse delle ordinate) ed il possesso di armi (asse delle ascisse) di ciascun paese. Non esiste correlazione positiva tra le due quantità: avere più armi non comporta più omicidi. Anzi: usando un fit opportuno (per esempio, una funzione di decadimento esponenziale) si ha una correlazione negativa. Per inciso, anche considerando solo gli omicidi con armi da fuoco, il risultato non cambia (Figura 1, a destra). Ci sono molti paesi in cui la popolazione è quasi totalmente disarmata, ma aventi tassi di omicidi (con e senza armi da fuoco) enormemente maggiori rispetto agli USA [3] e alla Svizzera, dove invece le armi sono molto diffuse.

Figura 1. Confronto tra numero di armi da fuoco ogni 100 abitanti e (a sinistra) tasso di omicidi / (a destra) numero
di omicidi con arma da fuoco ogni 100'000 abitanti, per ogni paese.



Arrivati a questo punto, i proibizionisti sostengono (con motivazioni quantomai incerte) che il confronto debba essere fatto solo tra paesi sviluppati. Guardiamo allora ai paesi sviluppati. La Figura 2, a sinistra, mostra - di nuovo - che non c'è alcuna correlazione positiva tra armi da fuoco e omicidi. Possiamo notare che gli USA - col loro tasso di omicidi relativamente alto per gli standard europei - sono l'eccezione, e non la regola.
Ma, con motivazioni ancora più incerte (per non dire imbarazzanti), alcuni avvocati del gun control sostengono che si debbano escludere paesi come Brasile, Messico e Russia. Si potrebbe pensar male, visto che si tratta di paesi con elevato indice di sviluppo umano, poche armi e molti omicidi, ma consideriamo pure questa possibilità. Se quindi osserviamo i paesi membri dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ed escludiamo il Messico, otteniamo una debole correlazione positiva. Ma, se escludiamo anche gli USA, la correlazione diventa negativa (Figura 2, a destra). Questo significa che, anche guardando ai paesi più sviluppati tra i paesi sviluppati, non c'è prova significativa [4] della relazione "più armi = più morti".
Figura 2. Confronto tra numero di armi da fuoco ogni 100 abitanti e (a sinistra) tasso di omicidi dei paesi sviluppati / (a destra) numero di omicidi ogni 100'000 abitanti dei paesi membri dell'OCSE - Messico e USA esclusi.

Potremmo fermarci qui e concludere che, se proprio si vuol fare un confronto tra paesi diversi, non esistono dati favorevoli al proibizionismo sulle armi da fuoco. Ma proviamo ad approfondire ulteriormente, e analizziamo la situazione degli Stati Uniti. Nella Figura 3, a sinistra, osserviamo il tasso di omicidi ed il numero di armi per ciascuno dei 50 Stati. Ancora nessuna correlazione positiva. Osserviamo inoltre come, dal 1992 in poi, il tasso di omicidi sia costantemente diminuito mentre contemporaneamente aumentava il numero di armi pro-capite (Figura 3, a destra). Secondo i proibizionisti, sarebbe dovuto accadere il contrario.

Figura 3.  A sinistra: confronto tra la percentuale di popolazione armata ed il numero di omicidi ogni 100'000 persone dei 50 Stati americani. A destra: andamento temporale del numero di armi ogni 100'000 abitanti (in blu), del tasso di crimini violenti (in rosso scuro) e del tasso di omicidi (in rosso chiaro).


Infine, segnaliamo il paper "An examination of the effects of concealed weapon laws and assault weapons bans on state-level murder rates" di Mark Gius. Analizzando 30 anni di dati (1980-2009) l'autore ha trovato che:
Stati con restrizioni al trasporto occultato di armi hanno tassi di omicidi con arma [da fuoco] più elevati di altri Stati [...] Vietare le armi d'assalto non ha influenzato significativamente i tassi d'omicidio a livello statale. 
Ricapitolando: né i confronti tra paesi diversi, né i confronti tra regioni dello stesso paese, né gli andamenti nel tempo relativi ad uno stesso paese mostrano qualsivoglia prova empirica della teoria secondo cui più armi da fuoco causino più omicidi. Anzi: se proprio si dovesse trarre una regola dai dati osservati, dovremmo concludere che una popolazione più armata sia tendenzialmente più sicura. E poiché abbiamo visto che il proibizionismo sulle armi da fuoco è fallace anche sul piano logico, le tesi a favore del gun control si dimostrano insostenibili da qualsiasi punto di vista.

Weierstrass 

[1] Meglio sarebbe avere statistiche sull'effettiva diffusione delle armi tra la popolazione. Il fatto che ci sia (per esempio) un'arma per ogni abitante non significa che ogni abitante abbia un'arma. Ma, non potendolo fare in questa sede, ci limiteremo a considerare le medie nazionali. 

[2] Ricordiamo che in Ruanda, nel 1994, il genocidio degli Tutsi fu perpetrato a colpi di machete. Morirono tra le 500'000 e le 800'000 persone. 

[3] Honduras, El Salvador, Venezuela hanno poche armi (6.2, 5.8 e 10.7 armi ogni 100 abitanti) ma elevati tassi d'omicidio (84.6, 64.2 e 62.0 omicidi ogni 100'000 abitanti). All'opposto, Stati Uniti, Svizzera e Serbia hanno tante armi (112.6, 45.7 e 37.8) e bassi tassi d'omicidio (3.9, 0.5 e 1.3). Oltretutto, la quantità di omicidi negli Stati Uniti è più che ragionevole, se confrontata con alcuni dei paesi vicini: Cuba (4.2), Haiti (10.2), Messico (15.7) e Bahamas (29.8). 

[4] Se basta togliere un punto del grafico per cambiare la correlazione tra le due quantità, significa che non è una vera correlazione. 

4 commenti:

  1. Prova un po' a rifare il grafico n1 per paesi ad alto pil, poi ci risentiamo.

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    1. L'avevo già fatto (figura 2, poche righe più sotto...ma vabbè). Stesso risultato: nessuna correlazione positiva. Prova a leggere tutto l'articolo, poi ci risentiamo.

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  2. ma per favore.
    "Guardiamo allora ai paesi sviluppati. La Figura 2, a sinistra, mostra - di nuovo - che non c'è alcuna correlazione positiva tra armi da fuoco e omicidi."
    figura due, sulla sinistra: brasile, messico, russia.
    per favore.

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    1. Non ti è bastata la precedente figuraccia? Ne hai appena rimediata un'altra, visto che continui a non leggere l'articolo. Cito:

      "[...] alcuni avvocati del gun control sostengono che si debbano escludere paesi come Brasile, Messico e Russia. Si potrebbe pensar male, visto che si tratta di paesi con elevato indice di sviluppo umano, poche armi e molti omicidi, ma consideriamo pure questa possibilità. Se quindi osserviamo i paesi membri dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ed escludiamo il Messico, otteniamo una debole correlazione positiva. Ma, se escludiamo anche gli USA, la correlazione diventa negativa (Figura 2, a destra). Questo significa che, anche guardando ai paesi più sviluppati tra i paesi sviluppati, non c'è prova significativa [4] della relazione più armi = più morti"

      Per favore, puoi evitare di metterti ulteriormente in ridicolo?

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