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martedì 16 giugno 2015

Le bufale del signoraggismo (6/6) - conclusioni

Sesta ed ultima puntata dedicata alle bufale signoraggistiche. Qui la quinta parte.


Siamo giunti alla fine della nostra analisi sul signoraggismo. Abbiamo visto che le teorie signoraggistiche si basano quasi sempre su affermazioni palesemente errate (bufale). Non abbiamo trattato il frequente uso di false citazioni [1] e di falsi storici [2] da parte dei signoraggisti, ma questi sono aspetti "minoritari" della questione e potranno essere affrontati in futuri articoli. Oggi riassumeremo i fatti principali che abbiamo appurato e trarremo le dovute conclusioni sulle proposte signoraggistiche.

Le Banche Centrali (BC) sono enti pubblici, controllati dai Governi e da essi creati al fine di monetizzare i deficit statali. Non è quindi l'emissione di moneta a causare l'emissione di debito pubblico, ma piuttosto accade il contrario. Il debito statale è causato da scelte politiche, cioè dalla volontà governativa di spendere più di quanto ottenuto tramite le tasse. Ovviamente tale debito può essere saldato, purché il Governo voglia farlo. Da tutto ciò consegue che, per risolvere i problemi di finanza pubblica, basta semplicemente aumentare le entrate o diminuire le spese pubbliche [3]. Entrambe le opzioni sono altamente indigeste per la classe politica, ma tipicamente la seconda lo è ancor più della prima [4].

Cosa propongono invece i signoraggisti? Anziché risolvere il problema (spese eccessive rispetto alle entrate), propongono di aggirarlo. Se il Governo creasse e spendesse direttamente la quantità di moneta che desidera, non ci sarebbe bisogno di tasse ed il debito pubblico smetterebbe di essere un problema [5]. Tutto questo suona molto bene all'orecchio delle persone comuni, ma l'errore di tale approccio consiste nel trascurarne le conseguenze. Come direbbe Frédéric Bastiat: non bisogna fermarsi a ciò che si vede, ma si deve ragionare anche su ciò che non si vede. 

Nelle basi di economia abbiamo detto che non esistono pasti gratis, basandoci semplicemente sul concetto di costo-opportunità. Se il Governo, tramite la spesa pubbica, impiega per i suoi fini una parte delle risorse disponibili, i cittadini ne hanno meno a disposizione per i loro. Questo è particolarmente ovvio nel caso in cui la spesa pubblica sia finanziata dalle tasse o dall'indebitamento verso privati: poiché i soldi che il Governo ottiene in questo modo sono presi direttamente dalle tasche dei cittadini, quest'ultimi non possono più spenderli nella maniera che preferiscono. Anche qualora la spesa pubblica sia finanziata dalla creazione di moneta, resta comunque vero che le risorse impiegate dal Governo non possono essere impiegate dai cittadini. Quindi la spesa pubblica presenta sempre un costo-opportunità, che i cittadini devono pagare in un modo o nell'altro.
Quando si crea moneta per finanziare la spesa pubblica, il conto da pagare si presenta sotto forma di inflazione elevata (iperinflazione). Da un punto di vista storico [6], tutti i paesi che hanno monetizzato la spesa pubblica hanno ottenuto il medesimo, devastante effetto. Vale la pena notare che l'inflazione monetaria è una subdola forma di tassazione: è una tassa, perché erode il potere d'acquisto dei cittadini a vantaggio del Governo; è subdola, perché la stragrande maggioranza delle persone non ha idea di quale ne sia la vera causa [7].

E' dunque vero, per esempio, che il Governo dello Zimbabwe non ebbe problemi a finanziare debiti e spesa pubblica durante gli anni 2000. Come disse il Presidente Mugabe nel 2007: "Qualora non si trovino i soldi per finanziare questi progetti, li stamperemo". Ma è altrettanto vero che, negli stessi anni, il suo paese sperimentò un'iperinflazione devastante. Il picco fu raggiunto a novembre 2008, con un tasso d'inflazione annuo pari a 89'700 miliardi di miliardi per cento. La popolazione rinunciò alla moneta locale ed iniziò a usare dollari americani, sterline ed altre valute straniere. Recentemente il Governo dello Zimbabwe ha deciso di ritirare dalla circolazione la valuta nazionale. Stessa storia e stessa conclusione dell'Ecuador, che nel 2000 fu costretto alla dollarizzazione.

In sostanza, la vera natura delle proposte signoraggistiche consiste nel sostituire la tassazione ordinaria con la tassazione da inflazione. E' evidente che gli unici a trarne beneficio sarebbero i politici al potere: nessuno potrebbe evitare/evadere questa forma di tassazione [8], e pochi sarebbero in grado di accusare il Governo per i suoi effetti nocivi. Infine, tenuto conto della proposta di nazionalizzare le banche ordinarie [9], si può concludere che il signoraggismo sia una forma mascherata ed estrema di statalismo, che si giustifica tramite una continua distorsione della realtà e della logica.

Weierstrass

[1] Per esempio, le false citazioni attribuite a Thomas Jefferson e Josiah Stamp. Spesso i signoraggisti prendono queste "citazioni" dal libro Web of Debt di Ellen Brown, noto per la mole di errori (diciamo pure bufale...) in esso contenuti. 

[2] Per esempio, la falsa narrazione storica sull'Ordine Esecutivo 11110 di Kennedy


[3] Sarebbe sicuramente migliore la seconda opzione, cioè diminuire la spesa pubblica. Anche senza considerare tutte le attività statali che potrebbero essere svolte più efficientemente dal settore privato, basta considerare la mole di sprechi che si annidano nella spesa pubblica. Ciò è vero soprattutto in Italia, ma vale anche per gli altri paesi. A tal proposito, è consigliata la visione della tabella a pag. 417 del Global Competitiveness Report 2013-2014.


[4] Ricordiamo che la spesa pubblica serve a comprare il consenso elettorale di gruppi ben organizzati politicamente. Le tasse hanno un costo diffuso, mentre le spese statali generano benfici concentrati; perciò, da un punto di vista politico, è più conveniente aumentare le prime anziché diminuire le seconde. 


[5] Da notare che si può ottenere lo stesso risultato obbligando la BC a concedere prestiti illimitati al Governo. Alcuni paesi del Terzo Mondo finanziano (parzialmente) i deficit pubblici in questa maniera. 


[6] La storia del '900 è abbondante di casi di iperinflazione. In questo paper ne vengono elencati una cinquantina; qui una "top 10" stilata dagli stessi autori. In ognuno di essi la causa è stata una smodata creazione di moneta; per esempio, a questo link si può trovare uno studio sul caso jugoslavo. Un famoso precedente è dato dall'emissione di "assegnati" da parte del Governo rivoluzionario francese di fine '700. 


[7] Spesso la gente comune incolpa commercianti e "speculatori" per l'aumento dei prezzi. E' peraltro ironico che i Governi e le BC si ergano a "nemici dell'inflazione", tenuto conto che sono essi stessi a crearla. 


[8] A meno di usare altri mezzi di pagamento: valute straniere, metalli preziosi, baratto. Ovviamente i signoraggisti sono contrari all'idea che i cittadini possano usare una moneta diversa da quella imposta dal Governo. Evidentemente non credono nemmeno loro 

[9] Lascio al lettore qualsiasi considerazione su quale uso/abuso del sistema creditizio farebbero i politici. Del resto, non credo che debba sforzare molto la propria fantasia.

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