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mercoledì 25 febbraio 2015

Gli errori del luddismo (2/2)

Seconda ed ultima puntata dedicata alla fallacia del movimento luddista. Qui la prima parte. 



Nella scorsa puntata abbiamo visto quali sono i limiti della logica luddista. Certamente una nuova tecnologia può spingere qualche lavoratore a cambiare lavoro o a ricevere temporaneamente un salario inferiore...ma la società, nel suo insieme, ne trae beneficio. Inoltre, nel medio-lungo periodo, la nuova tecnologia migliora i salari reali di tutti i lavoratori - compresi quelli inizialmente "danneggiati".
Perciò sostenere che le macchine tolgano lavoro agli esseri umani e ne diminuiscano i salari è falso (o, perlomeno, si tratta di un'affermazione gravemente incompleta).

Vi è una certa analogia tra le idee luddiste e quelle protezionistiche. Così come si suppone che i lavoratori stranieri "tolgano lavoro" a quelli nazionali, allo stesso modo si suppone che le macchine "tolgano lavoro" agli esseri umani. In entrambi i casi il presunto "problema" nasce dalla comparsa di un meccanismo di produzione più efficiente rispetto al precedente. Eppure una maggiore efficienza di produzione consente una maggiore produzione, quindi è un evento positivo! Per capire l'errore di fondo del luddismo, si consideri il seguente esempio.

ESEMPIO
L'azienda di Tizio vende ad alto prezzo beni di scarsa qualità. Caio decide quindi di aprire un'attività commerciale concorrente rispetto a quella di Tizio. L'azienda di Caio vende gli stessi prodotti, ma a un prezzo più basso e con una qualità migliore. In breve tempo l'azienda di Tizio fallisce.
A questo punto, i dipendenti di Tizio perdono il lavoro. Hanno diverse possibilità: trovare un nuovo lavoro o farsi assumere da Caio (ammesso che la manodopera di quest'ultimo non sia già sufficientemente numerosa). E' chiaro che quelle persone affrontano un disagio. Non sarebbe meglio, allora, impedire a Caio di fare concorrenza a Tizio?

Per ovvi motivi, la risposta è: assolutamente no. Anzitutto, l'azienda di Caio beneficia i consumatori - dunque proibirne l'attività significherebbe danneggiare quest'ultimi, oltre che i dipendenti di Caio [1]. In secondo luogo, ciò incentiverebbe Tizio a produrre sempre meno, con qualità sempre peggiore e a prezzi sempre più alti. Infatti, in mancanza di una possibile concorrenza, nulla incentiverebbe Tizio a fornire un servizio migliore ai suoi clienti. Dunque si avrebbe un gioco a somma negativa.
Le stesse argomentazioni valgono nei casi del protezionismo e del luddismo [2]. Se l'azienda di Caio fosse straniera, o impiegasse nuove tecnologie, quanto sopra detto continuerebbe ad essere vero.

Le idee luddiste vengono sostenute tipicamente da chi subisce la "concorrenza" delle macchine, e quindi vuole ottenere dei privilegi statali a spese del resto della società. Ma nemmeno i luddisti credono davvero a ciò che sostengono. Infatti, se ci credessero in maniera coerente, chiederebbero di tornare all'età della pietra:

<< Abolendo tutte le macchine e le tecniche apprese dall'uomo nel corso degli ultimi millenni, la richiesta di lavoro umano aumenterebbe enormemente! >>

Peccato che anche i salari reali tornerebbero quelli dell'età della pietra, cioè a malapena sufficienti per la sopravvivenza (e neanche quella di tutti). I luddisti ne sono consapevoli, perciò non fanno proposte così estreme. Ma, così (non) facendo, ammettono implicitamente di ritenere errate le proprie idee: riconoscono che non conta il numero di lavoratori [3], ma solo la loro produttività (o utilità) - la quale dipende dalla tecnologia a loro disposizione.
Le teorie luddiste si possono riassumere nella credenza che "faticare di più per ottenere la stessa quantità di roba" sia una buona cosa - anziché un'evidente sciocchezza. Il problema è che nessun luddista comprende appieno le conseguenze logiche delle proprie idee.

Weierstrass

[1] Si ha un "gioco a somma zero": il beneficio ottenuto dai dipendenti è esattamente pari al danno ricevuto da tutti gli altri cittadini. In assenza di interventi contro l'azienda di Caio, invece, i vantaggi comparati di ciascuno consentirebbero una maggiore produzione totale (gioco a somma positiva).

[2] Nel caso del luddismo ci sarebbe anche da considerare i posti di lavoro creati dalle nuove tecnologie.

[3] In effetti, tutti erano "lavoratori" durante l'età della pietra. Ognuno doveva svolgere le mansioni di cacciatore e raccoglitore, altrimenti moriva di fame. Le virgolette, però, sono d'obbligo: secondo gli standard moderni, una persona che non lavori in cambio di una remunerazione (monetaria o in natura) ricevuta da altre persone è tecnicamente non-occupata. Stando a questo criterio, un'economia di sussistenza ha un tasso di occupazione pari a zero. 

[4] Il Medioevo era una società tecnologicamente più avanzata rispetto all'Antichità classica, eppure la disoccupazione era praticamente inesistente in entrambi i periodi storici. 

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